Sempre più spesso, al giorno d’oggi, incontriamo la parola Blockchain senza davvero capire il significato o almeno la provenienza di quella che, secondo molti, sarà la tecnologia che rivoluzionerà il settore delle transazioni e della finanza per come la conosciamo.
La Blockchain, in generale, rientra nella famiglia delle DLT (Distributed Ledger Technology), ossia dei sistemi che si basano su un registro distribuito, una sorta di libro mastro, che può essere letto e modificato da vari partecipanti della rete. La caratteristica più importante di questo sistema è che non c’è la necessità che i partecipanti si conoscano a vicenda, ma basta che essi si fidino di un protocollo che gestisce l’aggiunta di “nuove pagine” nel libro mastro. Una volta accettato da parte di tutti i nodi l’aggiunta del nuovo blocco, essi aggiornano la propria copia privata in modo da avere i dati coerenti con il resto della rete. Questo aggiornamento simultaneo permette al sistema di essere difficile, se non impossibile, da corrompere, garantendo quindi l’immutabilità dei dati scritti al suo interno.
Possiamo quindi vedere questa tecnologia come un database condiviso o, come va di moda dire al giorno d’oggi, decentralizzato. Questo perché, per sua natura, si contrappone al database centralizzato, tipico di qualsiasi struttura informatica moderna, in cui un’azienda possiede enormi quantità di dati in un unico server che può modificare a suo piacimento. Date le sue caratteristiche, la Blockchain ha guadagnato in un decennio, un certo interesse da parte di pubbliche amministrazioni, assicurazioni, banche e intermediari di pagamento.
La prima vera Blockchain fu sviluppata da un personaggio chiamato Satoshi Nakamoto, pseudonimo che identifica la persona o un gruppo di persone che nel 2008 presentarono la valuta digitale chiamata Bitcoin.
La Blockchain implementata doveva fungere da libro mastro per il registro di tutte le transazioni che avvenivano in Bitcoin, rendendo per la prima volta possibile avere una valuta non controllata da uno stato o una banca che aggiornasse automaticamente i dati al suo interno. Questo progetto, inizialmente per nerd e crittografi sparsi per il mondo, iniziò a raggiungere una certa notorietà intorno al 2014, quando sempre più neofiti si avvicinavano a questo protocollo totalmente decentralizzato.
La natura di questa tecnologia, quindi, è di supporto a sistemi che prevedono delle transazioni: il primo campo applicativo, ovviamente, è stato quello nel mondo finanziario che col protocollo Bitcoin è stato fortemente scosso. La Blockchain, in questo senso, rappresenta le fondamenta del sistema, creando uno registro digitale aperto e distribuito a tutti i partecipanti, in grado di memorizzare dati in maniera sicura e permanente.
Con l’invenzione di Bitcoin nel mondo crittografico e delle DLT si è aperta una discussione che ancora ad oggi non ha trovato una risposta.
Oltre 5000 criptovalute sono state sviluppate negli ultimi 10 anni, chiamate AltCoin, ognuna delle quali prova a migliorare i concetti di cui Bitcoin si fa portavoce. Le più conosciute sono sicuramente Ethereum, con la sua Blockchain in cui oltre a scambiare la criptovaluta nativa si possono creare dei contratti intelligenti per gestire qualsiasi tipo di evento, e HyperLedger, un progetto avviato dalla Linux Foundation insieme a membri come IBM, Intel e molte altre che si focalizza nel trovare un’applicazione nell’ambito della Supply Chain.
Questo ha aperto alla ricerca di nuovi ambiti applicativi alla Blockchain quali, oltre alla finanza, Supply Chain, transazione o noleggio di beni, registrazione copyright, trasporti, sanità, assicurazioni, cybersecurity, e-voting, IoT e molti altri ancora. Alcune delle soluzioni proposte hanno ricevuto un buon seguito, creando a tutti gli effetti un mercato e un nuovo spazio di innovazione.
Tutti questi progetti rendono sicuramente l’idea di quanto, intorno a questa tecnologia, si stia creando un hype molto importante: le maggiori aziende ed istituzioni del mondo stanno finanziando questo settore per farlo crescere e progredire, in quanto si rivede nella Blockchain tutto il potenziale dell’Internet del ’95.La ricerca e lo sviluppo continuano, e l’interesse sempre maggiore di istituzioni in giro per il mondo ci fa capire quanto nell’ambito applicativo della Blockchain ci sia una miniera d’oro da scoprire.